Affari d'oro in vista per la cosmonautica russa, ora che il conto alla rovescia per la navetta shuttle batte meno 4. Mosca avverte, il biglietto per lo spazio costerà più caro e sa di avere il coltello dalla parte del manico. Quando l'ultima missione del razzo con le ali americano sarà stata archiviata – presumibilmente nell'autunno di quest'anno – Mosca si troverà in una situazione che solo pochi anni fa appariva inimmaginabile: padrona dell'acceso allo spazio e dell'orbita bassa. La Stazione spaziale internazionale (Ssi) che viene completata proprio in queste ore, avrà bisogno di essere alimentata per i prossimi dieci anni con equipaggi e materiali da portare in orbita con una frequenza trimestrale. In attesa di alternative praticabili, per salire e scendere dalla struttura in orbita a 350km da terra, dal 2011 dovranno tutti mettersi in coda alla navicella spaziale russa. Americani, giapponesi ed europei, che peraltro frequentano da tempo la base russa in territorio kahzako, saranno costretti a fare riferimento sui russi e sull'evoluzione della storica capusla Soyuz che da Gagarin in poi non ha mai smesso di volare.
Oltre 100 missioni
Oltre cento missioni dal 1967 ad oggi, verso la Salyut, poi la Mir e ora la Ssi. Un programma in agonia come il paese che l'aveva prodotto nel 1991, quando Volkov e Krikaliev salirono sovietici e scesero sei mesi dopo russi. Un programma rianimato dal disastro dello Shuttle nel 2002 e rilanciato da una politica di stretta collaborazione con l'Europa, che da quest'anno porterà il sistema russo a lanciare anche dal cosmodromo francese in Guyana. Voli pubblici e privati, trasferimento di equipaggi ma anche lanci di satelliti per conto terzi, l'attività si fa intensa. Mentre tra Cape Canaveral e Huston ci si interroga preoccupati sul futuro dei posti di lavoro, tra l'istituto Korolev di Mosca e le sue diramazioni operative distribuite nell'enorme territorio della federazione russa si intravede l'alba di una stagione d'oro.
300 milioni per 6 voli
Il monopolio dei voli nella cosidetta orbita bassa non durerà in eterno – e anzi gli Usa faranno in modo che duri il meno possibile – ma certamente Mosca ha intenzione di sfruttarlo al meglio. Il capo della cosmonautica russa Anatoly Perminov ha annunciato che Roskosmos (la Nasa russa) ha pronto un sensibile ritocco di tutto i tariffari di volo. "Abbiamo un impegno fino al 2012 che intendiamo onorare. Poi se ne parlerà. Ma è chiaro che i prezzi cambieranno!" Sulla via del vertice annuale che riunirà a Tokyo gli amministratori delle principali agenzie spaziali del pianeta, Perminov batte dunque cassa. Sembrano lontanissime le polemiche che accompagnarono la decisione di Mosca di affittare uno dei tre posti della Soyuz a un turista spaziale. Dennis Tito, americano, che fu l'apripista del genere, nell'aprile del 2001 staccò un assegno da 2° milioni di dollari per il biglietto di andata e ritorno. Una cifra che oggi la Nasa sarebbe ben contenta di pagare per i suoi astronauti, ma che i russi non hanno ovviamente accettato. L'accordo siglato dalla Nasa per assicurare la presenza americana in orbita nel biennio 2012-2013 prevede 6 voli (per altrettanti astronauti) in cambio di 306milioni di dollari, 51 milioni a volo. Poi si vedrà.
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